L’impatto dei libri
Come fare la scelta più sostenibile?
Qual è l’impatto dei libri? Quanto impatta un libro cartaceo? E un ebook? È meglio comprare libri usati o noleggiarli direttamente in biblioteca? Come posso leggere tanti libri senza dover aprire un mutuo per farlo? Qual è la scelta più sostenibile per me e per il Pianeta?
Un dilemma dopo l’altro.
Non so se a te è mai capitato di farti queste domande: a me sì.
Sono un’amante dei libri e ho ricominciato recentemente a leggerne tanti – o almeno, li considero tanti per i miei standard, visto che fino a qualche anno fa ne leggevo circa 5 all’anno.
Oltre ad amare i libri però, avevo due grossi problemi:
- la sostenibilità è diventata piano piano un parte importante della mia vita;
- non potevo spendere centinaia di euro l’anno per i libri.
È stato principalmente per questi due motivi che ho riscoperto la biblioteca: non ci andavo da una vita, ora non potrei vivere senza. Lo ammetto, sono molto fortunata, la mia biblioteca è molto fornita. Dalle ultime novità a libri più “tecnici”, non si fa mancare proprio nulla. Il fatto di avere un mese a disposizione per leggere un libro lo vedevo come un limite, ma è diventato presto uno stimolo: e in più non amo consegnare i libri oltre la scadenza, anzi – quelle rare volte che è successo mi sono vergognata come una ladra.
Nonostante la biblioteca sia stata la risposta a miei problemi – o almeno lo è il più delle volte – mi sono comunque chiesta quale fosse l’impatto dei libri, in ogni loro forma.
È meglio un libro cartaceo o un libro digitale?
Al di là di quello che ognuno di noi preferisce (io ad esempio prediligo il formato cartaceo ma se sono in viaggio non disdegno quelli digitali), volevo capire quale fosse meglio per l’ambiente.
Molte persone associano ancora oggi i libri cartacei alla deforestazione, quindi li considerano in partenza oggetti insostenibili. In realtà, come per tutti gli oggetti, dovremmo considerare il loro LCA, life cycle assessment, ovvero il ciclo di vita di un prodotto (tutto il ciclo di vita).
Non basta quindi sapere che la carta proviene dagli alberi per stabilire quando impatta un libro: è necessario considerare la provenienza della carta (è carte certificata FSC o PEFC?), ma anche i processi di lavorazione, il processo di stampa e legatura, il trasporto, lo stoccaggio e anche lo smaltimento del libro.
Lo stesso discorso ovviamente va fatto anche per il libro digitale: gli strumenti che utilizziamo per la loro lettura rientrano nelle cosiddette apparecchiature elettriche ed elettroniche AEE, che vengono create a partire da materie prime non rinnovabili.
Anche in questo caso dovremmo chiederci: come e dove viene creato (banalmente, quale sito/server lo ospita?), come viene spedito, quante volte viene scaricato, che tipo di strumento utilizziamo per leggerlo…
Un fattore rilevante
A tutto questo poi, che si tratti di un libro cartaceo o digitale, va aggiunto un aspetto molto importante e rilevante: l’utilizzo che ne viene fatto. Quante volte viene letto?
Sono rimasta affascinata da uno studio fatto dal gruppo di ricerca AWARE, il quale ha dimostrato come nel caso del libro cartaceo un forte impatto ambientale spetti alla parte di produzione di carta, mentre nel caso del libro digitale – sebbene conti moltissimo il trasferimento digitale – a fare davvero la differenza è l’uso che ne viene fatto. La palla passa quindi ai lettori, a noi.
Quante volte leggiamo un libro? Nel caso del libro digitale, quanto ci mettiamo a leggerlo? Facciamo delle pause in cui lasciamo acceso il dispositivo?
Nello studio di Aware, viene comparata la lettura di un libo di testo – il formato cartaceo risulta avere un impatto minore rispetto all’ebook. Ma rileggendo le domande poste poco sopra viene anche facile capire il perché.
Il potere delle abitudini
Le nostre abitudini sono importanti e hanno un impatto significativo sulla nostra vita (ma anche su quella degli altri e sul Pianeta). Pensiamo ai benefici che possiamo trarre se ci abituiamo a mangiare un frutto per merenda o a fare una passeggiata il sabato pomeriggio anziché stare sul divano. O ancora, pensiamo ai benefici che possiamo donare all’ambiente – e quindi alle altre persone – se anziché tenere il riscaldamento a 23 gradi lo teniamo a 17/18 e magari ci mettiamo un maglione più pesante, o se anziché prendere la macchina andiamo in bici.
Ecco, nel caso dei libri potremmo cambiare abitudini e scegliere quelli della biblioteca, ad esempio. Sempre più persone cominciano ad apprezzare il mondo dell’usato in tutte le sue sfaccettature, compreso quello dei libri libri usati. So che per molte persone il profumo di un libro nuovo è impagabile – per me no.
Nel caso dei libri presi in prestito dalla biblioteca, se ami sottolinearli e prendere appunti puoi segnarti quello che ti interessa sul telefono o su un quaderno (mi raccomando, con carta certificata FSC ;). Se invece li compri usati e li tratti bene puoi sempre rivenderli.
Vinted, siti per scambio libri…
Io ero un po’ restia a utilizzare siti di scambio libri ma sto cominciando ad apprezzarli. Il motivo principale è che Vinted comincia ad avere costi importanti. Avevo trovato il libro che mi interessava in condizioni buone, nemmeno ottime, al costo di 8€ (prezzo pieno 12€). Stavo valutando l’acquisto ma al momento del check out sono comparsi 1,10€ di commissionerei la protezione acquisti, e circa 4€ di spese di spedizione. Ho rinunciato. Preferisco optare per lo scambio libri, magari cedendo un libro di maggiore valere rispetto a quello che mi interessa, ma almeno pago solo 1,30€ di spedizione.
Per me questo rimarrà sempre un piano B rispetto alla biblioteca, perché anche le spedizioni singole hanno un impatto più alto di quelle da una biblioteca all’altra.
Nel caso dei libri digitali potremmo scegliere strumenti con un impatto inferiore, non lasciarli in standby, scaricare solo libri che siamo certi di leggere. Spesso tendiamo a scaricarne tanti solo perché gratuiti. Io li uso raramente a casa perché lavorando tutto il giorno con il pc la sera o nelle pause ho bisogno di staccare gli occhi dallo schermo, ma so che tanti cominciano a preferirli. Anche in questo caso, è solo questione di abitudini.
Ci abituiamo a tutto, e molto più in fretta di quello che pensiamo, basta provare.
Oltre l’ambiente
Chi ama i libri lo sa, non è solo una scelta ambientale quella che mi ha portato a scegliere la biblioteca: ricominciando a leggere tanti libri mi sono accorta che per me la spesa cominciava ad essere insostenibile. La biblioteca mi fa risparmiare davvero moltissimo. Se compro un libro oggi è perché:
- non c’è in biblioteca e mi serve urgentemente (capita magari per motivi di studio);
- c’è in biblioteca ma sono in posizione 426 e lo leggerò solo nell’anno del mai;
- non c’è nessun amic* che può prestarmelo;
- ho cercato tra i libri usati ma non è disponibile;
- l’ho letto ed è un libro che rileggerei/studierei
I libri possono essere una via di fuga, uno strumento per aumentare le nostre conoscenze e consapevolezze, uno dei modi migliori per aprire la nostra mente. Non dirò mai che i soldi spesi per i libri sono soldi buttati, ma proprio perché mi piacciono molto e mi piace sperimentare letture nuove, mi sono data un limite.
Se sei arrivat* fin qui, avrai capito quanto mi piace leggere libri usati: tuttavia, sempre pensando ai libi usati e alla loro sostenibilità mi sono chiesta quanto fosse sostenibile acquistare libri usati per il diritto d’autore.
Gli autor* – che già non guadagnano tanto dai libri quanto le case editrici – quanto percepiscono dalle vendite dei libri usati? Il loro compenso si avvicina molto al numero delle emissioni che dovrebbero raggiungere le aziende per il 2050. Ma questa è un’altra storia, che ti racconterò presto.
Parliamone
E tu? Conoscevi già l’impatto dei libri? Sei più per i libri cartacei o per quelli digitali? Ti aspetto su marta@gentilmenta.com