Sostenibilità e minimalismo
Cos’è il minimalismo
Se cerco online una definizione di minimalismo tra i primi risultati mi esce una corrente artistica nata tra il 1960 e il 1970 in America “caratterizzata da forme semplici (minimal)”. Ma quando penso al minimalismo non riesco a relegarlo a un settore specifico, soprattutto dopo aver visto il documentario di Joshua e Ryan (The Minimalists – less is now), anche noti come i TheMinimalists
Ecco allora una definizione di minimalismo, tratta dal loro sito:
Minimalism is a tool to rid yourself of life’s excess in favor of focusing on what’s important—so you can find happiness, fulfillment, and freedom.
Il minimalismo quindi è un vero e proprio stile di vita che permette alle persone di liberarsi di tutto ciò che è superfluo. Siamo circondati – spesso e volentieri per nostra scelta – di oggetti di cui potremmo assolutamente fare a meno. Eppure continuiamo a comprali perché comprare è diventata una dipendenza. Siamo sempre alla ricerca dell’ultimo modello, dell’ultima tendenza, della novità, e se non riusciamo ad averla ci sentiamo in difetto, abbiamo paura di essere tagliati fuori, di perderci qualcosa.
Come vi ho raccontato in questo articolo, un tempo ero solita comprare sempre qualcosa di nuovo da Zara (o da altri brand della fast fashion): ogni mese tornavo a casa con l’ultima gonna appena uscita – per poi magari indossarla due volte e poi dimenticarmene. C’era una certa sensazione di “apparente benessere” al momento dell’acquisto: sensazione temporanea, che poi svaniva e lasciava il posto all’insoddisfazione.
Ecco, da quando ho cominciato ad avere uno stile di vita più sostenibile è stato inevitabile per me avvicinarmi al minimalismo, in primis se si tratta del mio armadio. Ho fatto un decluttering importante e ragionato: ho cominciato piano piano a togliere tutti quei vestiti che erano in più – e vi assicuro che erano tanti. Fare decluttering non significa essere minimalisti ma trovo che le due azioni siano estremamente connesse: in entrambi i casi infatti si fa una bella pulizia di tutto ciò che è in eccesso, per lasciare spazio all’essenziale.

Quindi sostenibilità e minimalismo sono interconnessi?
Assolutamente sì per me.
Le scelte che siamo chiamati a fare nella nostra quotidianità sono tante, soprattutto quando parliamo di acquisti. Pensiamo anche solo al supermercato: un’azione semplice come fare la spesa richiede comunque delle scelte importanti. Ad esempio, siamo chiamati a scegliere quanto cibo comprare: non so a voi, ma a me è capitato – purtroppo – di aver comprato cibo in eccesso che poi è stato sprecato. Oppure mi è capitato di aver bisogno di una felpa e di uscire dal negozio con 3.
Ecco, questi sono due esempi di scelte poco sostenibili e poco minimaliste. Anche la sostenibilità infatti ci porta a comprare meno (e meglio), a ridurre la quantità di oggetti che ogni settimana/mese/anno finiamo per comprare.
Un altro esempio che calza a pennello. Ero solita fare un giro da Flying Tiger fino a qualche anno fa, almeno una volta al mese. Questo era il classico negozio dove finivo per comprare cose che non mi servivano, oggetti completamente inutili, a prezzi ridicoli. Questa non era una scelta sostenibile perché i prodotti di quella catena difficilmente potranno essere rispettosi del nostro pianeta, e non era nemmeno una scelta minimalista perché finivo per arrivare a gennaio con 10 tazze di natale “carine che costano poco”, quando ad usarle ero solo io. Capite bene che avere 10 tazze IN PIÙ – oltre a quelle che già possedevo – era un vero spreco.
Avere uno stile di vita più sostenibile mi ha portato a chiedermi se davvero avevo bisogno di tutti quegli oggetti. E quando parlo di oggetti mi riferisco agli abiti che avevo nell’armadio, ai pezzi di arredo che avevo in casa, al numero di pentole o di stoviglie, alla quantità di detersivi che usavo per pulire il bagno… e potrei andare avanti.


Cosa comporta essere più sostenibili e più minimalisti?
Per me quello che dicevano i TheMinimalists: essere libera. Non essere legata agli oggetti è stato il mio primo passo verso una vita più minimalista. Il mio percorso in questa direzione è ancora lungo e tutto in salita, ma sento di aver fatto il primo passo, di essermi mossa. Negli ultimi anni ho cominciato a fare acquisti in maniera molto più consapevole e ragionata: non solo ne ha guadagnato il mio portafoglio, ma anche la mia testa. Mi sento infatti più “leggera” da quando non sono più legata alla necessità di avere l’ultima tendenza o “la cosa in più”. Questo non significa che ho smesso di fare acquisti, ma significa che mi fermo di più a pensare prima di comprare l’ennesima cosa. Mi chiedo se ne ho davvero bisogno, se è davvero “essenziale” o se è solo un capriccio.
Comprare meno e meglio ci permette quindi di avere una vita più “leggera“: per il portafoglio, per i rifiuti che andiamo ad aggiungere sul pianeta, per la nostra mente. Senza contare poi il tempo risparmiato: avere meno vestiti (che durano di più) mi semplifica la scelta al mattino!
Parliamone
E tu? Avevi mai pensato alla stretta connessione che c’è tra sostenibilità e minimalismo? La ritrovi un po’ nella tua vita?
Ti aspetto su marta@gentilmenta.com