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La sostenibilità per me

Sostenibilità.

Ammettiamolo, siamo tutt* un po’ stufi di questa parola. Ormai sono più le volte in cui la vediamo strumentalizzata solo per fare greenwashing.
Sempre più multinazionali della carne hanno avviato produzioni plant-based non perché hanno a cuore il nostro pianeta ma semplicemente perché hanno visto l’opportunità di abbracciare una nuova fetta di mercato. O ancora, tante aziende della fast fashion pensano che basti una piccola collezione realizzata in cotone biologico per definirsi sostenibili.
Potrei andare avanti all’infinito con esempi di questo tipo, ma non è questo il punto.
Il punto è che mi rendo conto benissimo che è una parola fin troppo abusata: eppure, nonostante questo, io ci credo ancora nella sostenibilità, non a caso ho voluto inserirla anche nel motto del mio blog – quotidiana sostenibilità.
Credo che proprio in questo motto sia riassunta gran parte della mia filosofia, che ci tengo a spiegarvi.

“Lo fai per l’ambiente, per questioni sociali o etiche?”

Inizialmente – quando ho scelto di cominciare a vivere una vita più consapevole verso il Pianeta – pensavo ingenuamente che fosse una scelta puramente ambientale. Avevo smesso di comprare abiti della fast fashion perché le multinazionali come Zara inquinavano troppo. E per lo stesso motivo avevo smesso di mangiare carne e pesce. Pensavo che l’aspetto etico e quello sociale fossero sconnessi dalla consapevolezza ambientale. Ne ero fermamente convinta. Poi però, andando sempre più a fondo, mi sono accorta che anche l’etica e la dignità sociale giocavano un ruolo chiave nella sostenibilità.
Davvero potevo accettare che una maglietta fosse realizzata in cotone biologico – nel “rispetto” dell’ambiente quindi – ma a discapito delle persone che l’avevano prodotto, che magari ricevevano un salario di 1/2 euro l’ora? Lo trovavo – e lo trovo tuttora – assurdo. Ecco perché piano piano le motivazioni ambientali e quelle sociali cominciavano a mescolarsi tra di loro: sembravano essere le une imprescindibili dalle altre.
Ma non solo: piano piano ho cominciato a chiedermi se davvero valesse la pena sfruttare gli animali solo per avere nostro tornaconto… ed ecco che anche le motivazioni etiche hanno cominciato a farsi strada dentro di me.

Ammetto che non riesco a vedere tutto nero o tutto bianco – e spero di non farlo mai. Ma piano piano ho cominciato a vedere le cose da una prospettiva diversa. La prospettiva di una giovane donna, bianca, occidentale, che vive nella parte “agiata” del mondo. Io ho la fortuna di avere infinite possibilità e opportunità: non sono obbligata a mangiare carne per sopravvivere, e nemmeno latticini o uova (e mentre sto scrivendo sono ancora vegetariana).

Non siamo tutt* allo stesso punto di partenza

Perché vi sto dicendo questo? Perché è doveroso fare una premessa importante. Nel mio piccolo, sono molto fortunata: ho avuto pieno accesso all’istruzione e alle informazioni, posso permettermi il lusso di fare delle scelte quando acquisto… tutte cose che ho imparato a non dare mai per scontate. Ed è proprio a partire dalla consapevolezza che ho della mia fortuna che non voglio far finta di niente, voglio fare la mia parte, dal basso. Sì, perché non ho nessuna intenzione di andare ai piani alti, in politica, anche se so che sono loro che hanno davvero il potere di cambiare le cose. Come ho letto proprio oggi da Cotoncri: ricordiamoci che (i politici) hanno sì il comando della barca, ma noi il potere di ribaltarla.

Ognuno deve fare la differenza

In quest’ottica penso davvero che ognuno possa fare la differenza, perché se sommiamo ciascun singolo nel mondo otteniamo quasi 8 miliardi di persone. 8 miliardi di persone completamente diverse: con strumenti e possibilità diverse ma non per questo esonerate dal fare del loro meglio.

La sostenibilità come priorità comune

La sostenibilità dovrebbe essere una priorità per tutt*. Priorità che ha un peso tanto nel quotidiano quanto nei momenti in cui abbiamo un minimo potere, quando ciascuno di noi lo ha, ovvero quando siamo chiamati a votare (che sia il sindaco o per un referendum).

Lo scoglio più grande, l’inizio.

Inoltre, credo fermamente che lo scoglio iniziare per avere una vita più sostenibile sia l’inizio: sapete quante persone ci sono ancora che rinunciano anche solo a cominciare a cambiare un’abitudine perché pensano che tanto non cambierà nulla?
Ecco, a me piace parlare soprattutto a loro, a chi sta muovendo i primi passi o a chi magari non sa ancora se muoverli. Chissà che un domani non ci saranno proprio loro tra i politici che avranno il reale potere di cambiare qualcosa.

Le obiezioni principali

L’URGENZA. Questo è un aspetto che tanti impugnano quando dicono che non basta chiudere il rubinetto, bere dalla borraccia, fare lavatrici a carico pieno ecc. È vero, al punto in cui siamo oggi, purtroppo, servono cambiamenti più drastici, gesti più rivoluzionari – e servono subito. Ma torniamo al punto di partenza: non siamo tutt* uguali, non partiamo tutti dallo stesso punto. Ognuno è al suo punto di partenza e questo va rispettato.

L’EGOISMO. Siamo cresciut* – la mia generazione sicuramente – in mondo dove più pensi a te, a come fare carriera, a come essere più ambizioso e a come avere meno scrupoli per gli altri, più meriti prestigio (sociale ed economico). Siamo stati abituati fin da piccoli alla competizione, a dover eccellere, a volere sempre di più – anche a discapito degli altri. Quindi ora come meravigliarsi se tanti non si preoccupano del fatto che c’è ancora chi muore di fame, chi non può permettersi di avere le mestruazioni in totale sicurezza, chi non ha acqua potabile… tutte cose che spesso sono date per scontate, ma ricordiamoci che non lo sono.

L’ECCESSO (e la relativa insoddisfazione). Siamo cresciut* in una società dove dobbiamo avere sempre di più (e fatturare, fatturare, fatturare). Dobbiamo avere l’ultimo modello di tutto, la cosa in più, quella di scorta, quella per “avere un’alternativa”. E non siamo mai contenti alla fine, perché potremmo avere sempre di più: più soldi, più case, più auto, più vestiti…

Ok, non voglio demoralizzarti. Queste obiezioni possono sembrare problemi, ma per ogni problema esiste una soluzione – o quanto meno possiamo provare a trovarla insieme. Mi piace pensare ai problemi come ad opportunità (chiamatemi pure eterna ottimista).

L’URGENZA = è reale, è un monito quotidiano, dobbiamo tenerla sempre a mente senza però che questa ci blocchi e ci ostacoli dal fare scelte più oculate. Dovrebbe essere il nostro “faro nella notte”, un’occasione per cominciare o per fare il passo in più che non abbiamo ancora fatto.

L’EGOISMO = anche davanti a chi si comporta da egoista, facciamo vedere cosa significa davvero essere solidali e uniti. La solidarietà è spesso sottovalutata ma può fare la differenza e, cosa più importante, spesso e volentieri non deve essere spiegata a parole, va semplicemente dimostrata con i fatti.

L’ECCESSO = cominciate voi ad essere quel cambiamento che volete vedere negli altri. Vi assicuro che io non passo le mie giornate a dire ad amici e familiari di comprare meno cose, ma ad ogni occasione (dal matrimonio all’arredamento della casa) gli dimostro che quello che ho più che sufficiente… non mi serve un vestito nuovo la cerimonia perché posso usarne uno che ho già – e chissene frega se l’ho indossato in altre occasioni 🙂

Ultimo reminder

UNA COSA TIRA L’ALTRA. E questo vale anche per le cose belle. Più approfondisci più vuoi approfondire, più ti migliori e più vuoi migliorarti.

Ti sei pers* in questo sproloquio? Riassumo i punti importanti 🙂

  • La sostenibilità per me è il bisogno che sento di vivere in armonia con il pianeta, con me stessa e con le altre persone.
  • La sostenibilità è un’esigenza ambientale, sociale ed etica.
  • Non tutt* partiamo dallo stesso punto di partenza: è necessario esserne consapevoli e rispettare chi non è al nostro stesso punto.
  • Non possiamo pensare di avere uno stile di vita sostenibile escludendo gli altri: dobbiamo iniziare ad essere meno “egoisti” e a pensare al bene comune.
  • Proviamo a vedere i problemi come opportunità.

Parliamone

E tu? Che idea hai della sostenibilità? Ti aspetto su marta@gentilmenta.com