Guida per comprare meno e meglio
Cambiamo mentalità
Comprare meno e comprare meglio. Comprare meno e comprare meglio. Comprare meno e comprare meglio.
Fai tuo questo mantra, perché il primo passo per essere più sostenibili nel nostro quotidiano è quello di comprare meno e comprare meglio. Questo vale anche per l’abbigliamento.
Ti è mai capitato di avere talmente tante cose da non riuscire a metterle più di una volta a stagione e di avere comunque l’impressione di non avere mai niente da mettere? Quante volte hai messo un capo e poi magari ti sei scordatə di averlo per anni? A me è capitato un sacco di volte.
Mi sono ritrovata con una quantità di camicie incredibile: addirittura nell’armadio, per guadagnare spazio, le riponevo una sopra l’altra. Avevo 5 magliette con le maniche a sbuffo, io che le maniche a sbuffo non le ho mai sopportate. Ma quando le ho comprate andavano di moda, e costavano poco, impossibile per me non prenderle con la classica scusa del “non si sa mai”.
La risposta più sostenibile è già nel nostro armadio, impariamo a darle valore.
Come essere più sostenibili?
- Decluttering. Letteralmente “fare spazio”. O come la chiamo io, l’arte di fare pulizia. Inizialmente la vedevo come un’occasione, tra una stagione e l’altra, di fare posto a nuovi capi. In realtà non è per questo che si fa decluttering. Serve per mettere ordine, fare pulizia e tenere solo ciò che usiamo davvero, che ci piace e che ci rispecchia.
- Valorizziamo quello che già abbiamo: prima di buttare qualcosa capiamo come potremmo sfruttarlo al meglio. A volte basta una piccola modifica per avere un capo nuovo.
Questi sono due piccoli gesti che se fatti con consapevolezza possono davvero fare la differenza.
Tempo fa ho visto un video su Instagram che mi ha colpito: Cristina, green influencer che stimo molto, ha raccontato come e perché è importante trovare il proprio stile. Sembra una cosa banale, ma non lo è affatto. Guardandomi indietro infatti, ricordo che il mio stile si adeguava puntualmente alla nuova collezione della settimana e anche se odiavo le maniche a sbuffo, alla fine mi sono ritrovata con 5 maglie con le maniche così. Ad oggi questo non è il mio stile di vita – e di abbigliamento -ideale, non è ciò che reputo sostenibile, eppure sono caduta in questo tranello per anni.
Ci ho messo un po’ a trovare il mio stile, a capire cosa mi fa sentire a mio agio sempre, ma ti assicuro che una volta compreso questo, poi è tutta in discesa. Inizi a comprare solo quello che ti fa stare bene e inizi anche a risparmiare. Ricorda che questi due aspetti vanno di pari passo.
Ci sono modelli di vestiti che non ci fanno sentire a nostro agio, non ostiniamoci a comprarli solo perché imposti dalla moda del momento.
Iniziamo a interrogarci
Prima di acquistare qualcosa di nuovo, dobbiamo sempre chiederci se ci serve davvero.
È fondamentale però interrogarci anche su altri aspetti:
- sulla provenienza del prodotto
- sulla natura dei tessuti
- su come verranno smaltiti i capi
- sulle condizioni dei lavoratori
- sul prezzo
A cosa prestare attenzione quindi?
Provenienza del prodotto
Vi siete mai chiestә da dove arrivano i nostri capi? Attenzione perché c’è grande differenza tra “essere prodotto in Italia” e “essere distribuito da un rivenditore italiano”. La provenienza di un capo è strettamente collegata alle condizioni dei lavoratori e al prezzo del capo. Solitamente, secondo te, una maglietta prodotta in Italia, ha lo stesso prezzo di una prodotta in Bangladesh?
Natura dei tessuti
Quando si parla di tessuti dobbiamo sempre considerare l’origine delle fibre: ad esempio, ci sono le fibre naturali e le fibre sintetiche. Prendiamo la canapa, un tessuto naturale che nell’ultimo anno ho rivalutato moltissimo: la sua coltivazione non ha un forte impatto ambientale e la materia prima viene usata nella sua interezza (gli scarti sono davvero esigui). Non tutte le fibre naturali però sono sostenibili: ad esempio serve un’enorme quantità di acqua per la produzione del cotone. Come sempre quando si tratta di sostenibilità dobbiamo scegliere su cosa fare compromessi.
Se non conosci ancora le varie tipologie di fibre, ti suggerisco questo articolo.
Smaltimento dei capi
Lo sapevi che la moda è uno dei settori più inquinanti al mondo?
Prova a pensare a un qualsiasi brand che ogni settimana riesce a buttare fuori una nuova collezione, e inevitabilmente non riesce a vendere tutto. Ti sei mai chestә che fine fanno tutti i capi invenduti? Vengono abbandonati in qualche discarica o bruciati: due alternative decisamente poco sostenibili per il nostro ambiente. Non dimentichiamoci poi, che oltre al prodotto in se, va smaltito anche il suo packaging, che ancora troppo spesso non è affatto eco friendly o totalmente plastic free.
Condizioni dei lavoratori
Sì, anche questo aspetto è importante se vogliamo parlare di sostenibilità.
Etica del lavoro. Filiera trasparente. Produzione lenta.
Quando poco fa ho parlato della produzione di una maglietta in Bangladesh, davo per scontato che capissi che il problema non è lo stato in sè, quanto le condizioni in cui i lavoratori – soprattutto di certi stati – si trovano ogni giorno. Se quella maglietta costa così poco non è certo perchè è un affare: è perchè c’è qualcun’altrә che ha pagato un prezzo per noi. Quante volte abbiamo sentito parlare di sfruttamento della manodopera? O di sfruttamento minorile?
Quando acquistiamo un capo dobbiamo chiederci chi l’ha prodotto, in che condizioni igieniche e sociali lavora questa persona e se ha avuto il giusto corrispettivo economico per il suo lavoro.
Il prezzo
Ultimo ma non meno importante, il prezzo di un capo. Anch’io sono caduta per anni nel tranello del prezzo: meno costa, più cose posso permettermi. E pensavo che più cose possedevo più stavo meglio: all’inizio forse sì, ma passata “la novità” ero subito in cerca di qualcos’altro di più nuovo.
Quando ho iniziato ad approcciarmi, con non poche difficoltà, alla moda sostenibile ho iniziato a chiedermi quale fosse il reale prezzo dei capi. E sono rimasta sconvolta. Il prezzo di un capo, per essere sostenibile, deve tenere conto di tutta la filiera produttiva, da chi lo produce a chi lo vende.
Ho letto tanti articoli in cui si dice che il modo in cui effettuiamo acquisti rispecchia molto la visione che abbiamo del mondo: ecco, io vorrei un mondo etico, lento e minimalista.
Non un mondo in cui ho 5 camicie con le maniche a sbuffo e non ne metto nemmeno mezza.
Grazie per aver letto tutto, la moda è il settore in cui sento di aver rivoluzionato maggiormente il mio stile di vita – con grande fatica – e questo mi costa tutt’ora. Non sempre è facile avere uno stile di vita green, ma cambiando piano piano le mie abitudini sento la differenza. Non solo per l’ambiente e per il portafoglio, ma anche perché mi sento di non dover più dipendere dalle cose, dai vestiti. E questa è una sensazione impagabile.
Parliamone
E tu? Riesci sempre a comprare meno e meglio o cedi ancora molto agli acquisti compulsivi? Se hai voglia di parlarne, ti aspetto qui marta@gentilmenta.com.