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Perché devi conoscere One Health

Tra le cose che ho imparato da quando ho uno stile di vita più sostenibile, ce ne è una molto importante: non siamo soli al mondo. Non ruota sempre tutto intorno a noi (esseri umani). Ecco perché non mi sono stupita più di tanto quando mi sono imbattuta nell’approccio One Health. Ne ho sentito parlare per la prima volta da Letizia Proserpi, medico chirurgo che ha sposato in pieno questo metodo.

Cosa significa One Health?

One Health letteralmente significa “Una sola salute” e questo vuol dire che non possiamo più concentrarci solo ed esclusivamente su di noi: esiste infatti una fortissima connessione tra noi e il Piante. La salute di esseri umani, animali, piante ed ecosistemi è strettamente interconnessa.

“Secondo l’Oms circa il 60% delle malattie infettive emergenti segnalate a livello globale proviene da animali. Molte delle malattie emergenti e non, come Ebola, Aids, influenza aviaria e Covid-19, non sono eventi casuali ma la conseguenza dell’impatto delle attività umane sugli ecosistemi naturali. One Health è quindi un approccio integrato e unificante, fondato sulla collaborazione interprofessionale e multidisciplinare tra settori diversi, che mira a bilanciare e ottimizzare in modo sostenibile la salute di persone, animali ed ecosistemi”. [Fonte IzsVe]

Lo spiega perfettamente Ilaria Capua, direttrice del One Health Center of Excellence dell’Università della Florida: siamo tutti elementi di un solo sistema, in cui la salute di ogni elemento umano, animale o ambientale è strettamente interdipendente da quella degli altri.

Per tanti anni abbiamo vissuto in compartimenti stagni: ognuno pensava al suo e difficilmente vedeva davvero le prospettive altrui. Pensiamo di essere la specie più importante, ma gli eventi degli ultimi anni ci stanno facendo capire che non è così. Abbiamo un legame con l’ambiente, gli animali, le piante molto più forte di quello che pensiamo: anziché contrastarlo o ignorarlo, dovremmo cominciare a prenderne coscienza. Solo così possiamo aspirare a un miglioramento.

Proprio perché c’è un’enorme interconnessione ed è necessario avere il quadro completo: One Health è un sistema circolare e integrato, che come tale non si occupa solo delle malattie umane, ma anche di quelle legate alla società, alla politica, all’economia, all’educazione, all’alimentazione, all’agricoltura e allo sviluppo in generale.

L’origine di One Health

L’approccio One Health si ritrova in numerosissimi documenti di strategia sanitaria proposti dall’OMS (Organo Mondiale della Sanità). Tra questi troviamo: la dichiarazione di Alma Ata del 1978, la carta di Ottawa del 1986, Salute 2020 del 2012 e più recentemente la Dichiarazione di Shanghai 2016. Seppure riconosciuti ufficialmente dalla maggioranza dei ministeri della salute europei, dalla Commissione Europea e da varie organizzazioni internazionali, questi documenti da soli non bastano. Siamo davanti a “tanta bella teoria“, ma la messa in pratica è una cosa completamente diversa e noi siamo ancora molto lontani dal raggiungimento concreto degli obiettivi.

La connessione tra mondo umano e animale

Mai sentito parlare di microbi? I microbi sono microrganismi patogeni, ovvero degli esseri viventi piccolissimi che producono malattie o che ne fanno da vettori. Come ha spiegato sempre la dottoressa Capua, i microbi diventano i nuovi anelli di congiunzione tra mondi apparentemente separati: la salute umana, la salute animale e la salute, o meglio la non salubrità, dell’ambiente. Non è un caso che il 75% delle malattie infettive siano proprio di origine animale, tra queste: l’HIV, l’Ebola, la SARS del 2003, l’Influenza aviaria, la Zika e la SARS-CoV-2.

L’OMS ha anche redatto un Manifesto con sei prescrizioni per la ripresa ‘sana e verde’ post-Covid-19:

  1. salvaguardare la natura;
  2. garantire l’accesso all’acqua pulita;
  3. garantire una transizione energetica rapida e sana;
  4. promuovere sistemi alimentari sani e sostenibili;
  5. costruire città sane e vivibili;
  6. azzerare gli incentivi per i combustibili fossili

Tutte le attività umane che provano una perdita di biodiversità – deforestazione, cambiamenti nell’uso del territorio, agricoltura e allevamenti intensivi, commercio e consumo di animali selvatici aumentano il contatto tra la fauna selvatica e gli animali allevati e quindi tra potenziali agenti patogeni e le persone. Ecco perché diventa essenziale ragionare in ottica One Health e tutelare allo stesso modo l’uomo, gli animali e il Pianeta. Se la protezione di uno di questi viene a mancare, l’intero sistema salta.

Cosa possiamo fare noi

Nel nostro piccolo: informarci. Personalmente non avevo mai sentito parlare di One Health in nessun contesto sanitario o sociale. Informarci ci permette di avere più strumenti critici per capire cosa ci succede e cosa succede intorno a noi. Usciamo dalla nostra bolla e iniziamo a pensare che non siamo soli al mondo. Uno step successivo, dopo esserci informati, è quello di parlarne e condividere quello che sappiamo. Non dico di fare una lezione ad amici e parenti, ma di confrontarci con loro. Informazione e consapevolezza sono due strumenti che tutti possiamo avere a disposizione (e sono gratis): non sprechiamoli.

Parliamone

E tu? Avevi mai sentito parlare dell’approccio One Health?

Ti aspetto su: marta@gentilmenta.com

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